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Dove finisce il mare

itinerario n°3

Dove finisce il mare

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Tino, arcipelago spezzino

Sono a Portovenere per scoprire dove finiscono i mari: da queste parti, secondo alcuni, corre il confine tra il Mare Ligure e il Mare Tirreno. Questo è un piccolo posto di grande importanza perché qui c’è un faro: il santuario di San Venerio, il santo patrono dei faristi. I fari segnalano l’inizio della costa, ma sono anche un punto di riferimento per chi viaggia in mare, oltre che un presidio per guardare al largo. Il faro più alto d’Italia è la Lanterna di Genova, simbolo della città, costruito nel 1543: è il più grande del Mediterraneo e il secondo faro più alto al mondo! I fari italiani sono gestiti dalla Marina Militare.

Visita all'Isola del Tino
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La Spezia

Dal Tino mi sono spostata a La Spezia: un importante porto commerciale ma anche un importante porto passeggeri, e un centro di eccellenza per i cantieri. Qui c’è l’Arsenale navale della Marina Militare, il Museo Tecnico Navale, è qui che è nata la radio. Nel luglio 1897, Guglielmo Marconi era ufficiale della riserva della Marina e in queste acque, tra la stazione di San Bartolomeo e il rimorchiatore R8, lanciò un segnale che venne ricevuto “senza fili”. Da allora il mare è un posto con meno confini, più aperto grazie anche agli apparecchi radio e alle stazioni costiere. Vedo avvicinarsi al porto una nave da carico secco, che trasporta materie prime di vario tipo, come granaglie, carbone. Guardo la costa con i piedi in acqua e mi si avvicina un pesce curioso: è Elettra la Torpedine, che mi aiuterà a capire dove finiscono i mari.

Guglielmo Marconi, l’invenzione del futuro
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La Maddalena

Ci siamo imbarcate su una nave posacavi e siamo salpate verso la Sardegna. Siamo vicini a una delle due scuole Sottufficiali della Marina e mi immergo con alcuni palombari per vedere cosa passa sul fondale. Il mare è attraversato da diversi cavi e condotte, che portano elettricità e gas tra una costa e l’altra e che vengono installati sott’acqua da navi specializzate! Anche i cavi internet passano qua sotto, collegando l’Europa al resto del Mondo: oltre il 90% del traffico internet mondiale viaggia via cavo, sotto mari e oceani. Il mare divide, ma unisce! L’Arcipelago della Maddalena è bellissimo! Le isole e il loro mare fanno parte dal 1994 del Parco Nazionale della Maddalena. Ci sono l’isola di Budelli con una Spiaggia Rosa (con la sabbia tutta rosa) e l’isola di Caprera, con la famosa “Casa bianca” che fu l’ultima dimora di Giuseppe Garibaldi.

Un documentario sui cavi sottomarini
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Le Bocche di Bonifacio

Io ed Elettra ci siamo spostate fino allo stretto che separa le isole di Sardegna e Corsica: le Bocche di Bonifacio. Sono larghe tra i sette e i dodici chilometri e sono percorse da venti forti e fortissimi, che hanno causato molti naufragi. Pensate che, nell’Odissea, anche Ulisse perse qui quasi tutte le sue navi. Gli stretti sono un luogo di confine e anche una via di collegamento per gli animali e per i trasporti, punti delicati per l’ambiente e per il commercio. Davanti a noi una nave della Marina sta controllando i passaggi, facendo “pattugliamento”: qui, per esempio, non possono passare le navi cisterna.

Le Bocche di Bonifacio in un servizio di Linea Blu
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Orbetello

Dalla Sardegna siamo tornate sulla costa toscana e ci siamo fermati a Orbetello, dove l’acqua dolce e quella salata si mischiano per creare una laguna: a volte il mare non finisce subito sulla costa, ma crea ambienti misti, come quelli lagunari. In Italia ci sono tante lagune, da Grado a Venezia, così come qui. L’acqua in realtà non ha confini e fa parte di un unico sistema dalla sorgente alla foce, dal fiume al mare: per esempio, sono molti i pesci che risalgono i fiumi, come le anguille, pesci migratori che attraversano anche l’oceano per tornare nei nostri mari e fiumi.

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A bordo di una nave idrografica

Mi sono imbarcata su una nave idrografica, che serve cioè agli idrografi per esplorare i fondali, scoprire le loro caratteristiche e la qualità delle acque, monitorare correnti e maree, delineare la linea di costa, per poi dare tutte le informazioni ai cartografi dell’Istituto Idrografico della Marina per disegnare le carte nautiche. Qui vengono create anche delle mappe dei fondali, preziose per tutti: per posare i cavi, per evitare incidenti, per controllare come cambia il territorio nel tempo. Le navi idrografiche sono usate anche nelle attività di ricerca al Polo Nord e al Polo Sud.

L’idrografia spiegata ai bambini
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Marsala

I confini marittimi sono spesso anche confini tra Stati e zone di influenza: teatri di antiche battaglie navali. È per questo che siamo arrivate alle isole Egadi, dove c’è un Museo dei Rostri. I rostri erano delle specie di lame che i romani e molti altri popoli antichi montavano sulla prua delle proprie navi per distruggere quelle nemiche, speronandole. Questo museo custodisce i reperti della Battaglia delle Egadi in cui Roma sconfisse Cartagine e ottenne la supremazia nel Mediterraneo. Qua vicino, a Marsala, duemila anni più tardi Garibaldi sbarcherà con i Mille… e sempre a Marsala nel Museo Archeologico, si trova il relitto di una nave punica.

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Capo Peloro

Questi ultimi giorni li ho passati veleggiando sulla Nave Scuola a vela Orsa Maggiore, facendo un giro per tutte le punte delle coste italiane: da Capo Peloro a Capo Lilibeo, da Santa Maria di Leuca a Capo Teulada. Queste estremità si chiamano “capi”, e infatti sono molto importanti: servono per avvistare le navi in mare e spesso ospitano dei fari, sono dei punti di riferimento per la navigazione e per il commercio, sono i luoghi da dove si capisce meglio come cambia il tempo. Capo Peloro è una delle due porte d’ingresso dello Stretto di Messina: il luogo in cui due mari del Mediterraneo, Ionio e Tirreno, si incontrano. Per gli antichi da un lato dello stretto c’era Cariddi mentre dall’altra parte, in Calabria, c’era Scilla, due mostri giganteschi. I traghetti fanno la spola continuamente tra le due sponde: gli antichi mostri hanno lasciato il posto ai turisti estasiati, le tradizionali barche da cui si avvistano i pesce spada.

La vela in Marina
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Amalfi

Elettra la Torpedine è elettrica ma anche un po’ magnetica: come tanti pesci si orienta nel mare seguendo i segnali del campo magnetico terrestre. È una cosa, mi spiega, che hanno imparato anche gli umani e che ha dato vita a uno strumento fondamentale per l’orientamento: la bussola, un ago magnetico che segna sempre dove si trova il nord. Per lungo tempo l’invenzione della bussola è stata attribuita a Flavio Gioia, un mercante di Amalfi: in realtà è una scoperta cinese, arrivata poi in Europa, forse proprio ad Amalfi, che era così importante da essere una delle quattro più famose Repubbliche Marinare, insieme a Pisa, Venezia e Genova, ancora oggi ricordate nella Bandiera Navale della Marina Militare.

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Una nave cisterna verso Milazzo

Abbiamo incrociato una nave cisterna che si sta dirigendo al porto di Milazzo: qui caricherà prodotti petroliferi raffinati, cioè lavorati e trattati. Milazzo è infatti un importante centro di raffinazione, dove il petrolio viene trasformato per produrre carburanti, combustibili e materie prime. Il gasolio e la benzina che si trovano al distributore arrivano anzitutto via mare. Le navi cisterna che trasportano il carburante sono dette, più generalmente, “petroliere” ma nella cisterna possono viaggiare molte altre cose: prodotti chimici ed oli vegetali, gas di petrolio liquefatto (GPL), gas naturale liquefatto (GNL) e altri liquidi (melassa, acqua, succhi…). Non solo! Dal porto di Milazzo partono gli aliscafi e le navi dirette alle Isole Eolie.

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Cesenatico

Concludiamo il nostro viaggio in un piccolo porto dell’Adriatico disegnato da Leonardo da Vinci, Cesenatico: davanti al Museo della Marineria sono ormeggiate tante imbarcazioni, che hanno due particolarità. Anzitutto sono più basse, perché costruite per un mare tranquillo, com’è l’Adriatico. Poi, sono coloratissime: le famiglie dei marinai e dei pescatori potevano infatti riconoscerle da lontano e capire quando tornavano a casa. Ecco dove finisce il mare: il mare finisce sempre a casa nostra, con un ritorno e con le emozioni che ci portiamo dentro.

Il museo della marineria di Cesenatico
Dove finisce il mare

Siamo arrivati in porto!

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